Ho un seggiolino nella scarpa

La nuova legge sui seggiolini antiabbandono è entrata in vigore da qualche giorno, addirittura in anticipo sulla data prevista (primo luglio). Multe salatissime e fino a cinque punti sulla patente se non si è in regola.

D’impatto potrebbe sembrare una legge giusta. A mio parere è una enorme cazzata.

Innanzitutto, i numeri: in 20 anni abbiamo avuto 8 casi, meno di uno ogni due anni. Mentre sono, per esempio, 90 le morti di minori in incidenti in due soli anni (2016 e 2017) perché non assicurati correttamente, non in regola coi sistemi di sicurezza oppure proprio per la totale mancanza di essi.

Quindi, gli 8 morti in 20 anni sono una percentuale irrisoria. Certo, direte voi, ma se si possono azzerare questi casi, perché no?

Giusto, allora andiamo a vedere il decreto. Il nuovo seggiolino deve necessariamente attenersi a due principi: mantenere gli standard di sicurezza classici e attivarsi autonomamente. I costi variano dai 150 euro in su.

Bene. Come primo punto direi che lo stato dovrebbe aiutare il ricambio di quelli normali esistenti oggi. Una spesa di 150 o più euro rappresenta per molte famiglie un costo molto alto, spesso questi seggiolini sono passati di mano in mano, sorella al fratello neo papà, amica all’amica, parenti vari ai neo genitori, o comprati di seconda mano. Qui si obbliga in pochissimi giorni ad una spesa che potrebbe incidere sul bilancio familiare senza prevedere nessun incentivo, nessun aiuto, nulla.

Secondo, a quanto ne so, è una legge tutta italiana, in Germania, Svizzera, Inghilterra non esiste una legge del genere, anche se esistono i seggiolini con vari allarmi o tecnologie antiabbandono. Sarà che all’estero non si distraggono? O sarà che la casistica non è così elevata da essere targata come “emergenza”, come è stato fatto da noi? Oppure sarà che i politici, Meloni in testa (è infatti una sua battaglia), stiano facendo un po’ di demagogia paracula?

Terzo e ultimo punto. Questa è forte. Secondo Altroconsumo: i dispositivi anti abbandono in vendita per i seggiolini non sono a norma. E già… pensate un po’, pare che sull’attivarsi autonomamente non ci sia chiarezza e, in molti casi, neanche la possibilità, poi, sempre secondo Altroconsumo, i seggiolini con questo dispositivo non hanno la certificazione di sicurezza. Quindi, a mio parere, molto più pericolosi, in quanto la probabilità di fare un incidente è enormemente più alta di quella di dimenticare l’infante in macchina.

Ma come fanno a venderli allora? Semplice, le case produttrici si sono “autocertificate” e nessun controllo sarà fatto almeno fino all’anno prossimo quando, per legge, TUTTI dovranno GIÀ avere questi seggiolini autocertificati.

Per concludere, credo che si possa e forse si debba trovare una soluzione anche per problemi con bassissima casistica, ma lo si debba fare con intelligenza e prendendosi i tempi necessari e non raffazzonando una legge molto punitiva ma sostanzialmente inutile, senza coperture e senza ancora le tecnologie certificate, solo perché fa presa popolare.

Uno stato serio dovrebbe prima assicurarsi il corretto uso e probabilmente inasprire le pene sui mancamenti che portano a decine e decine di morti l’anno, poi, eventualmente, occuparsi di basse casistiche. Ma, come detto, un incidente mortale non viene neanche più riportato sui giornali o quasi, mentre un bambino dimenticato in macchina ha un eco nazional-popolare mostruoso per giorni e giorni. E la politica lo sa.

E lo dico da genitore attento che ha sempre acquistato tutti i dispositivi obbligatori e non per la sicurezza dei miei figli (e mia, se no la mia compagna mi avrebbe ammazzato).

Volevo togliermi questo sassolino dalla scarpa, anzi, questo seggiolino.

A.G.

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