Mercimonio di matrimonio

La proposta di
nozze del leghista Di Muro alla Camera era una messinscena.

Io non volevo
parlare di questa vicenda, mi sono astenuto quando è successa e mi ero
riproposto di non scriverne.

Però oggi leggo
che era tutta una messa in scena, che in realtà la proposta era già stata
fatta, addirittura le nozze già programmate.

E allora io mi
chiedo perché?

Perché svilire un
amore, una proposta, anche se fatta nel luogo e nei modi più sbagliati, in
questo modo?

Ma è ovvio! Per
la malattia che ha ormai contagiato la politica tutta. La spettacolarizzazione
della cosa pubblica.

Tutto si rimpicciolisce
a slogan e colpi di scena, frasi ad effetto e gesti eclatanti, urla e strepiti,
sbattere i mostri in prima pagina e farti passare come amico del popolo.

Oggi come oggi se
vuoi farti vedere e ricordare non devi avere proposte, non devi dialogare, non
devi sapere fare. No. Basta solo seguire i dettami di una Barbara D’Urso
qualsiasi e mettere in piazza i cazzi tuoi, quello che mangi, dove vai a
ballare, come ti vesti e chi ami o chi lasci.

E attaccare ferocemente “l’altro”, chiunque esso sia, a torto o a ragione, inventando storie e accuse fantasiose, ma stando bene attenti a mettere la faccia del nemico cosicchè il popolo possa sfogare gli istinti più bassi o, al contrario, farsi pubblicità con un amore.

E l’apoteosi è una
(falsa) proposta di matromonio cattolico sbandierato in parlamento e ripreso da
tutti i media.

A.G.

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