Eccoli qua, i lacchè di salvini, i duri e d’onor fieri camerati del terzo millennio.
Spaventati dall’unico vero loro incubo, ovvero la partecipazione civile, spontanea e dal basso, i senza valore dell’ultradestra verdenero hanno architettato un bel piano di sabotaggio nei confronti delle Sardine.
Complice l’ingenua inesperienza (mi auguro senza dolo, quindi) del sedicente “leader romano della Sardine” (proclamato da chi?), hanno annunciato di volersi imbucare alla manifestazione del 14 dicembre a Roma, la prima nazionale del fenonemno dedicato ai piccoli pesci azzurri che non temono la prossemica.
La domanda sporge spontanea: per quale cazzo di motivo Casa Pound, Forza Nuova e compagnia bella dovrebbero andare in piazza sabato, per giunta nella stessa piazza in cui il centrodestra ha di recente celebrato la propria vocazione sovranista e che ha visto la partecipazione degli stessi incamiciati neri che sabato vorrebbero manifestare contro quel salvini che li sta sdoganando ad ogni piè sospinto?
L’apparente cortocircuito non è affatto frutto di uno stato confusionale, dovuto all’ignoranza atavica e alle botte in testa rimediate nelle risse da stadio, ma un infame espediente appositamente ordito per infangare di nero squallore quell’iniziativa democratica e legittima, perchè i puri di cuore, sentendosi traditi, dicano “noi in piazza con i fasci non ci andiamo” (e ne hanno ben donde), perdendo nel contempo fiducia nel fenomeno Sardine e affievolendo il momentum che lo sta caratterizzando.
Guastatori, sabotatori, non sono in grado di costruire niente, se non la propria invidia e la propria rabbia verso chi è costruttivo, sentimenti ignobili che sfogano odiando e disprezzando, al punto da annunciare di voler scendere in piazza con quelli che considerano nemici giurati da eliminare fisicamente, pur di avvelenarli con il proprio rancore schifoso.
E così si delinea un nuovo assetto, in cui finalmente gli attori neroverdi giocano al ventennio a carte scoperte: salvini che si atteggia da LVI, incensa quei bravi ragazzi dei camerati malavitosi, che diventano il suo braccio, sperano armato prima o poi, e come dei veri lacchè buttano alle ortiche persino quelle quattro cazzate intorno alle quali si tengono insieme, pur di compiacere il capo.
Eppure, proprio qui viene il bello, per contrasto: da un lato il grigio malessere dell’ultradestra sovranista, senza idee, senza valori, che anela ignoranza popolare.
Dall’altra parte folle variegate, che riempono spontaneamente le piazze, perchè credono che un cambiamento dopotutto sia ancora possibile, basta volerlo.
Da queste differenze, si dipana tutto il resto.
E non c’è più nulla da aggiungere.
D.M.