Giorgia Meloni, lo sappiamo bene, è una madre.
E infatti, da madre, ha stigmatizzato duramente l’episodio di razzismo vergognoso avvenuto al pronto soccorso di Sondrio, in cui una ventenne nigeriana straziata dal dolore per la perdita figlia di pochi mesi è stata apostrofata come scimmia ed altri epiteti molto in voga in quella parte di Italietta a vocazione neofascista.
Parole decise, chiare, di condanna, quelle della leader di FDI.
Ma Giorgia, lo sappiamo bene, è anche una donna.
Peccato che peró la Giorgia-donna ieri fosse verosimilmente in ferie, perchè di solidarietá nei confronti di una diciannovenne buttata in pasto alle carogne da tastiera nero verdi non se n’è vista.
Ci saremmo tutti aspettati il suo totale disgusto nei confronti degli auguri di stupro indirizzati alla giovane, ancorché incauta e maleducata, poichè la reazione non è commisurata all’offesa.
E anche una presa di distanza da colui che ha dato il via alla gogna mediatica, di chiunque si trattasse, la violenza contro le donne non va sindacata, combatterla è un valore assoluto.
Ma si dà il caso che il responsabile di tanto schifo sia proprio il suo beneamato compagno di merende, tanto utile per far soffiare il vento populista, che sdogana appena puó quei simpatici ragazzotti, fascisti del terzo millennio, che vanno a fare il saluto romani ai suoi comizi.
Quindi Giorgia tu sei donna, madre e cristiana.
E una vile opportunista.
D.M.