A star is dead

Gente strana gli
italiani.

Lunatici,
imprevedibili, rancorosi.

E molto, molto
superficiali.

Ma una cosa è
chiarissima: sono modaioli fino al midollo.

E non parlo di
velleità fashion, ma della straordinaria volubilità e influenzabilità.

Oggi amano,
domani ignorano, addirittura disprezzano, a volte.

E tutti gli
sforzi messi in campo dagli astri nascenti per ingraziarsi l’instabile pubblico
italico possono dare una grande gloria, che ahimè spesso è passeggera.

Se n’è accorto
Matteo, di recente, ma anche Matteo, prima di lui.

Persino Silvio.

Mentre un partito
dato per cadavere solo due mesi fa canta oggi vittoria, ma sommessamente, per
non attirare troppo l’attenzione volubile delle masse.

E se ne sta lì,
garrulo, a guardare dal bordo della fossa comune degli astri ormai spenti il
destino ineluttabile di chi sale, per poi scendere.

Le stelle
nascono, le stelle muoiono, ma non sono mai le stesse.

E forse, dopo
queste elezioni, a star is dead.

Sperem.

D.M.

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