Sanremo è finito in un tripudio di tette (ne ho contate almeno otto tra la Salerno, la Leotta, la Lamborghini e tale Elodie), risse (Ferro-Fiorello, Bugo-Morgan, canzoni-musica), voti, televoti, giurie e orchiti.
Ora ci toccano un paio di giorni di Foibe e “ealloralefoibbbehhh” dove andrà in onda tutto il peggio dell’analfabetismo funzionale italico. Fatemi fare una piccola e seria digressione qui. Ieri, ad Alessandria, è stata vandalizzata la lapide per le vittime delle foibe. Bene, questo è da pirla, non dimostra nulla e offende la memorie di morti spesso innocenti e porge il fianco ai fascisti di ogni risma.
Ma da martedì potremo finalmente tornare ad occuparci di coso, li, come si chiamava? Quel virus di cui si parlava tanto prima di Sanremo, che colpisce gli italiani e di cui non c’è vaccino.
Ah si! Il Salvini virus.
A.G.