Il consiglio
regionale veneto ha approvato la proposta di legge che dà la priorità negli
asili nido comunali ai bambini residenti in Veneto da almeno 15 anni. Gli altri
si mettono in coda e aspettano che rimanga qualche posto libero.
“Vogliamo dare
priorità alla nostra gente che vive, lavora e paga le tasse qui” chiosano dai
banchi della Lega.
Questa proposta
non solo è formalmente sbagliata, ma anche incostituzionale e lascia aperte le
porte a falle e topiche colossali.
I requisiti per
gli asili sono regolati da certi parametri che tengono conto di bisogni reali e
non di una sorta di prelazione acquisita per anzianità.
Anche perché potremmo
trovarci di fronte a cortocircuiti per i quali una famiglia veneta che è stata
all’estero o fuori dalla regione per anni e torna si vedrebbe scavalcare da una
famiglia pugliese o tunisina solo perché vivono a Vicenza da 16 anni, anche se,
magari, chi ha più bisogno del posto all’asilo comunale è proprio la famiglia
appena arrivata.
Comunque, al
netto di cui sopra, la proposta puzza tanto di un ulteriore dispetto,
cattiveria e ghettizzazione di chi non appartiene alla pura razza veneta.
Infine, a fronte
di una richiesta maggiore, non si interviene sul potenziamento e allargamento
dei posti disponibili, creando infrastrutture e assumendo personale, ma si usa
la propaganda e la scappatoia, certamente più economica, dell’anzianità
territoriale.
Come sempre si
preferisce la via breve, facile e sensazionalistica invece che affrontare il
problema alla radice con una visione a lungo termine.
A.G.