Col terzo “discorso
alla nazione”, Conte ha comunicato misure molto drastiche, mai prese prima, per
arginare il diffondersi del virus.
I numeri, in
effetti, sono impietosi, 198 morti solo ieri e un migliaio di infettati in più.
Non so se questo
rientri nelle previsioni scientifiche o meno, penso però che queste misure
siano necessarie vista la scarsa propensione di numerose persone che ancora
affollavano mercati rionali, bar, locali e che, presi dal panico, si
riversavano nei supermercati in massa.
Come per i
bambini molto piccoli, quando non riesci a spiegare certi concetti, devi levare,
togliere il motivo del contendere.
Questo dimostra
come le persone non siano in grado di autoregolamentarsi e non vedono il
pericolo, non tanto per sé stessi, ma per gli altri.
D’altronde l’empatia
non è una dote di cui si abbondi, basta vedere i commenti social sulle persone
meno fortunate, sui poveri, sui portatori di handicap, sui migranti o sulle
minoranze per capirlo.
Ma, come sempre e
come in tutto, quello che viene dato in pasto agli infantili adulti è
fuorviante.
Abbiamo critici d’arte
che mandano tutti a fanculo e trattano il virus come una balla o poco meno,
starlette che dispensano opinioni scientifiche, preti che antepongono messe
affollate alla sicurezza delle persone, complottisti più o meno famosi, gente
comune che fa post falsi o allarmistici o deliranti (come quello in foto) e,
soprattutto, esponenti di spicco dell’opposizione e presidenti di regione che
ogni giorno chiedono e dichiarano tutto e il contrario di tutto.
Questa non dovrebbe essere una scusante per il popolo, ma, in effetti, visto l’analfabetismo funzionale e non solo dilagante è una concausa.
Un altro punto è
bene sottolineare mille volte. Questi decreti liberticidi, in qualche modo, e
la mia critica alle opinioni, seppur contradditorie, potrebbero essere viste
come la base del totalitarismo, una sorta di Leviatano di Hobbes. In effetti,
scrivendolo, ci ho pensato, poi però o anche pensato che qui non si sta
discutendo di fede o di arte o di cinema o musica o fate voi, ma di scienza e
dati certi e, in questi casi, si dovrebbe lasciar parlare persone qualificate e
seguire i consigli, senza bisogno di imposizioni dall’alto.
Ma abbiamo visto
che non è il nostro caso, almeno per questa emergenza.
Ma abbiamo visto
che non è il nostro caso, almeno per questa emergenza.
Quindi l’Italia,
per ora, è giusto che sia messa in pausa.
Tornerà subito.
A.G.