La lotteria

In questi giorni convulsi di incertezze sul futuro e clausure forzate, leggo ovunque indignazione, doverosa e sacrosanta, riguardo alle carenze delle strutture ospedaliere pubbliche italiane.

Si punta sempre il dito, com’è ovvio che sia, contro la politica, che nel corso degli anni ha indebolito questo settore, a vantaggio di quello privato, che foraggia e controlla chi la politica la fa, la gestisce, la attua.

Sarebbe interessante fare dei nomi e dei cognomi, dare responsabilità certe a che ne ha, una volta chiusa questa emergenza devastante e aperta una giusta resa dei conti.

Ma per ora lo status quo è questo: mancano posti letto e la gente viene lasciata a casa a morire, se va bene, oppure muore in letti di terapia intensiva, sola, senza l’estremo saluto dei propri cari.

Leggo anche che dei rischi di questa pandemia imminente o un’altra similare si sapeva ormai da anni e che ci sarebbe stato tutto il tempo per i singoli stati e la comunità internazionale, di concerto con le grandi case farmaceutiche, di correre tempestivamente ai ripari, di prepararsi ed affrontare attivamente il fenomeno, senza subirlo nè patirlo eccessivamente.

Ma, come ha puntualmente sintetizzato Noam Chomsky, “siccome non giova al profitto prepararsi a queste eventualità, non si è fatto nulla”.

In sintesi: si muore come mosche, perchè gli interessi di pochi valgono infinitamente di più della salute collettiva, quella del popolo.

E mi viene in mente ciò che penso sempre di questo genere di cose, ovvero il meccanismo della lotteria che è alla base del mondo neoliberista: come per ogni vincitore al superenalotto ci sono migliori di giocatori che hanno perso la propria giocata, per ogni “super-ricco” del mondo servono milioni di poveri.

Ed è così, dunque, che siamo arrivati al punto per cui i cosiddetti “mercati”, il vero Weltgeist che possiede le grandi democrazie occidentali e da cui andrebbero esorcizzate, stabiliscono sistematicamente ciò che è giusto e da farsi, in nome esclusivamente del profitto, che è l’unico vero dio di questo mondo, con buona pace della gente di fede.

Il profitto dei pochi che questi “mercati” animano e controllano, un profitto mostruoso, fatto di cifre incommensurabili che si concentrano in esigue percentuali della popolazione più ricca del pianeta, ingorda e vorace, che come Saturno divora i suoi figli, lasciano il nulla al resto del mondo.

E furbamente lasciano cadere le briciole sugli arrivisti della politica, che si illudono di avere potere e di fare parte dell’élite, mentre invece sono degli sciagurati burattini senza morale, che si riempiono la bocca di menzogne per ingraziarsi il popolo elettore, a cui non resta che autocondannarsi sistematicamente ad ogni appuntamento con l’urna elettorale.

Perchè, estrazione dopo estrazione, lotteria dopo lotteria, chi viene votato fa parte dei vincenti e chi vota dei perdenti.

D.M.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.