Requiem for a dream

Ieri sera dalla D’Urso
non si è toccato il fondo.

Si è andati molto
oltre, si è scavato negli abissi più reconditi della vergogna e della
ipocrisia.

La signora Maria
Carmela D’Urso che porta avanti ormai da troppi anni scandalistiche trasmissioni
fatte di pietismo, lacrime forzate, finti scoop e fake news, ha lisciato il
pelo di un personaggio che solo due anni fa dichiarava “Devo essere sincero.
Non prego il rosario, se non raramente”.

Una persona che
si scaglia contro il Papa e il clero ogni qualvolta il loro pensiero non è
allineato al suo.

Un figuro che,
ultimamente, si è riscoperto fervente ultra cattolico e riempie le sue bacheche
di madonne da Lourdes a Medjugorje, che sono fabbriche di soldi per creduloni,
che va in chiesa col fotografo per farsi immortalare in raccoglimento.

Un essere che
della pietas cattolica, dell’accoglienza cristiana, dei valori di condivisione
e tolleranza del vangelo, ma anche delle altre dottrine religiose, fa scempio
in ogni suo gesto, in ogni sua dichiarazione, in ogni singolo decreto o
pensiero che esterna.

E la regina degli
analfabeti ha lisciato il pelo al re dei fasciocattolici nel peggior modo
possibile per uno stato laico che rappresenta milioni di persone di credo e
fede differente.

Hanno recitato
insieme, con facce studiate per l’occasione, un requiem per i morti “italiani”,
come sottolineato più volte da Salvini, in prima serata, senza pudore, senza
vergogna, senza dignità.

È stato a tutti
gli effetti un requiem per un sogno.

Il sogno di
vivere in uno stato laico e di diritto che viene minato nelle fondamenta ogni
giorno di più anche e soprattutto da piccoli ma pericolosi personaggi come
loro.

A.G.