Nell’acqua della chiara Fontana, la Lombardia tutta si contagiava.

Il
plenipotenziario presidente della regione Lombardia, che non manca mai di
attaccare governo e Conte, ha avuto, finora, un approccio alla pandemia che
definirei naif.

Premetto subito
che, come ho scritto per Conte, anche lui gode delle attenuanti dovute ad una
situazione unica, gigantesca ed imprevedibile.

Detto questo però,
aiutandomi con dei dati e delle dichiarazioni, mi permettere un paio di
osservazioni.

Partiamo con i
posti letto e le mascherine.

La sanità
privata, in Lombardia, ha preso nel tempo sempre più spazio a scapito della
sanità pubblica. Questo non è colpa di Fontana ma della sua appartenenza
politica. La Lombardia, infatti, è governata da decenni da giunte di destra o
centrodestra che hanno smantellato sistematicamente il pubblico a vantaggio del
privato. A questo si aggiungano le folli dichiarazioni del suo capo politico,
Salvini, che non troppo tempo fa dichiarava che “dai medici di base non ci va più
nessuno”.

Al netto di una
sanità che funziona ottimamente i medici, gli infermieri, gli ospedali e i
posti letto sono andati diminuendo anno per anno.

Per dare un dato,
la Lombardia ha 1 respiratore ogni 4.130 abitanti contro 1 ogni 2.500 in
Emilia-Romagna, 1 ogni 2.250 in Toscana e 1 ogni 2.550 in Veneto (Huffington
Post).

Certo, una
situazione come questa era imprevedibile ma, invece che creare posti letto in
modo agile e veloce, come hanno fatto altre regioni, dall’Emilia a Lazio al
Veneto di Zaia o come fatto da alcuni comuni tipo Bergamo, si è preferito fare
dello show con grandi nomi (Bertolaso, tornato in pompa magna da una missione
all’estero, manco fosse James Bond, per poi ammalarsi il giorno dopo e sparire)
e organizzare grandi eventi (l’ospedale show alla fiera).

I posti letto
sono così rimasti tali, l’ospedale infatti non è affatto pronto e ormai, si
pensa e si spera, i casi stanno diminuendo (ieri ci sono stati 12 ricoveri in
terapia intensiva, se non erro, contro i 120 di sette o otto giorni fa).

Quindi i milioni
spesi diventano un bel punto di domanda come anche l’utilità effettiva dell’ospedale.

Capitolo
mascherine. Fontana, come detto, critica e attacca il governo quotidianamente,
soprattutto sulla lentezza sull’ordinare mascherine ed emettere restrizioni.

Però la stessa
lentezza è stata usata in regione, eppure le regioni hanno l’autonomia sulla
sanità e lui dovrebbe saperlo bene, visto che l’autonomia è un suo cavallo di
battaglia.

Secondo un’inchiesta
di Business Insider basata sulla documentazione regionale “Attilio Fontana e
l’attivismo dell’assessore Giulio Gallera, i documenti mostrano come la
lentezza della giunta abbia lasciato senza protezioni i medici che
quotidianamente lottano contro il virus”.

A proposito di
Gallera, quello che vuole fare le scarpe a Sala e diventare sindaco di Milano,
lo si ricorderà più per le quotidiane comparsate televisive che per le azioni
prese.

E qui arriviamo
all’ultimo punto. L’esposizione mediatica.

È prassi comune
politica avere più esposizione possibile, attaccare gli avversari piuttosto,
magnificare i propri risultati (siano essi veri o presunti) e promettere.

Ma poi, come per
le accise del suo capo, quando il popolo ti prende alla lettera si rischia
grosso perché, come disse De Gaulle: “Dato che un politico non crede mai in ciò
che dice, resta sorpreso quando gli altri ci credono.”

E a volte resta
anche fottuto.

A.G.

Un commento

  1. La gravità del contagio e la sua natura epidemica lo si sapeva già a Gennaio E anche come affrontarla visto che ci stavano combattendo sia in Korea che in Cina.
    Dunque la scusante della non conoscenza non regge. A questo va anche aggiunto che Conte intervistato dalla Gruber fin dal mese di Gennaio disse ” siamo preparati ed attrezzati per fronteggiare l’epidemia che ci colpirà” !
    Dunque è solo criminale pressapocaggine

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