Perché l’errore
di TGCom24 non è un errore, ma un sintomo.
A pochi minuti
dall’annuncio della morte di Luis Sepulveda, il TGCom24 posta l’articolo:”
Coronavirus: è morto Luis Sepulveda, l’autore di Cent’anni di solitudine”.
Quello che
potrebbe sembrare un orribile e grottesco refuso è, invece, una forma mentis.
I redattori, i
lettori, i fruitori di giornali e siti di questo tipo non si pongono troppe
domande, non si scomodano a controllare, non si preoccupano di chi o di cosa
stiano parlando. Loro sono automi, macchine, robot mal programmati che
rispondono ad un solo comando: spettacolarizzare con pressapochismo, pietismo e
generalizzazione.
Loro han visto
che è un sudamericano e hanno messo di getto il primo libro che si ricordavano
di un sudamericano. Sarebbe potuto essere l’elogio funebre di Frida Khalo, di
Marquez (che confonderebbero col motociclista), di Sepulveda o di Pancho Villa.
Non cambiava un cazzo.
Per sta gente e
per gli analfasovranisti che si bevono e si beano delle costanti fake news o di
notizie approssimative e concettualmente disoneste e sgrammaticate dei Feltri,
dei Sallusti, delle Striscia la Notizia, delle D’Urso, delle Cuccarini, delle
Bestie, dei Morisi, delle Meloni e di tanti, tanti, tanti, tanti altri esistono
solo blocchi granitici, generi, “razze”.
Sei cinese,
giapponese, uzbeko o indonesiano? Sei un giallo cagariso.
Sei romeno,
serbo, albanese, ungherese, ceco? Sei uno zingaro di merda.
Sei nigeriano,
sudafricano, etiope, angolano? Negro.
Credi che si
debba aiutare e rispettare il prossimo? Zecca buonista frocio pidiota
tistuprasseunnegro.
Vivono in un
mondo irreale e surreale di pericolosi preconcetti inscalfibili come il titanio
e non ci sono spazi di dialogo, di miglioramento, di approfondimento, di
studio, di apertura alcuna.
È tutto nero o
bianco, come per i bimbi di due anni. C’è il bene assoluto che è il loro e solo
loro bene assoluto e c’è il male assoluto che è ciò che loro e solo loro
reputano sia il male.
Questo perché non
hanno struttura mentale, culturale, subculturale e logica che gli permettere di
interagire e codificare il mondo circostante e, quindi, si gettano tra le
braccia di chi indica tutto come nero o bianco.
Le ONG son tutte
criminali, gli immigrati son clandestini e portano malattie, il Virus è colpa
dei laboratori cinesi, la loro disoccupazione o miseria è colpa dell’UE o di
Soros.
Il loro degrado
mentale e sociologico viene assurto a valore assoluto.
Quindi Sepulveda
ha effettivamente scritto Cent’anni di solitudine.
E fa niente se ha
regalato frasi e pensieri di libertà, giustizia, equità, bontà e bellezza. Non
frega niente a nessuno e nessuno di loro le leggerà mai, ma posterà una foto su
FB che fa figo.
Forse, Luis, ma
anche tanti altri, andandovene non avete lasciato granché.
Buenas noches,
compañeros.
A.G.