Libertà di FCA

I giornalisti di Repubblica, riuniti in assemblea a seguito dei servizi pubblicati sul caso Fca, ritengono che occorra la massima cautela e un surplus di attenzione quando si trattano argomenti che incrociano gli interessi economici dell’azionista. Il patto che il nostro giornale ha stretto 44 anni fa con i suoi lettori è quello dichiarato dal fondatore Eugenio Scalfari nel suo primo editoriale del 1976: “Repubblica è un giornale indipendente ma non neutrale”. Che significa libero da qualsiasi influenza che non sia garantire una informazione di qualità, autonomo nella lettura di ciò che accade in Italia e nel mondo, con una precisa collocazione politica. Valori in cui la Redazione si riconosce ancora oggi e che continuerà a difendere da qualsivoglia ingerenza, interna ed esterna.

L’assemblea respinge infine gli attacchi, spesso interessati, che tentano di attribuire al giornale, in questa nuova fase, manovre politiche di parte, legate agli interessi dell’editore, e respinge il tentativo di accreditare uno snaturamento dell’identità democratica e progressista della testata.

Per queste ragioni l’assemblea dei giornalisti si impegna a vigilare sull’autonomia e e l’indipendenza di Repubblica.

Repubblica, neo acquisto di FCA, si smarca da accuse di faziosità e conflitti d’interessi vari.

La questione scotta. FCA ha appena chiesto un prestito di 6,5 miliardi allo stato e le polemiche sono tante e lecite.

Potremmo dibattere a lungo sull’opportunità di dare o meno il prestito, dei pro e dei contro,  di Orlando che va contro al proprio governo, dei tweet di Calenda, ma la questione qui è un’altra.

È eticamente giusto che un gruppo enorme ed egemone in Italia da quasi cent’anni controlli direttamente o indirettamente Repubblica, La Stampa e tanti altri quotidiani minori?

Che tipo di libertà e autonomi potrà mai avere una nazione che ha le televisioni controllate al 50% da Mediaset (per tacere dei giornali) la Rai lottizzata da sempre e due dei tre maggiori quotidiani nazionali in mano a industriali legati a doppio filo alla politica da decenni?

In sintesi, uno dei cancri maggiori italiani è proprio la collusione, la mescolanza tra poteri e l’indipendenza della stampa.

Questo anche ammesso che io possa credere che FCA non alzerà un dito nel caso in cui La Stampa o Repubblica scrivessero articoli di fuoco contro gli Agnelli o facessero indagini scomode sugli affari finanziari di FCA.

Ma io non lo credo.

A.G.

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