Il clown

Immagino abbiate
sentito tutti la querelle tra Fontana e Il Fatto e Report.

Se no, riassunta all’osso, le due testate svelano come la regione Lombardia abbia appaltato per mezzo milione di euro una fornitura regionale di camici ospedalieri a un’azienda di proprietà del cognato e della moglie.

Lui s’incazza,
sbraita, querela Il Fatto e minaccia Report di non far andare in onda il
servizio perché, secondo lui, era tutto a sua insaputa. Secondo il clown
lombardo né lui, né la moglie, né il cognato ne erano a conoscenza.

Non si capisce
come un bonifico di mezzo milione di euro sia passato inosservato in famiglia,
ma tralasciamo.

Vi metto invece la risposta da applausi di Sigfrido Ranucci:

“Non vedo proprio perché non dovremmo andare in onda. In fondo raccontiamo un bel gesto. Senza di noi e senza il Fatto Quotidiano nessuno avrebbe infatti saputo che l’azienda del cognato del presidente della Lombardia ha donato ai suoi cittadini materiale sanitario.

E dal momento che
Fontana dice di essere all’oscuro possiamo dire che tutto sia avvenuto a sua
insaputa, sia in Regione che in casa. Insomma credo debba ringraziarci. Se non
ce ne fossimo occupati noi avrebbe continuato a non sapere nulla”.

Come dire, demolito, sotterrato, messo elegantemente K.O. con due frasi.

Il punto però,
per me, è un altro.

Dopo aver tenuto
aperto forzatamente il pronto soccorso di Codogno, dopo aver mandato i degenti
nelle RSA contro il parere delle stesse RSA, dopo lo scandalo della Bagina,
dopo le figure di merda epiche sue e di Gallera, dopo l’emozione di un ospedale
da 21 milioni e 25 pazienti chiuso in fretta e furia e dopo questa notizia da
regime di una repubblica delle banane, non mi sento di prendermela con lui.

No.

Io, da Lombardo,
me la prendo con voi lombardi.

Si, perché se
siete così idioti da aver votato Formigoni per più di un decennio poi Maroni e,
non contenti, aver scelto come suo successore Fontana la colpa è vostra.

Perché serve sempre
un pubblico numeroso per avere successo come clown.

A.G.

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