Come ben sapete, in redazione, quando parliamo del “porco”, ci riferiamo al bullo del Papeete.
Ma oggi è di un altro suino che vogliamo parlare, del maiale primigenio da cui ogni dinastia di scrofi verdepadani è discesa.
Parliamo del mai domo Calderoli.
Cosa ha combinato stavolta, direte voi?
Beh, si dà il caso che ieri, durante le votazioni sul decreto elezioni, notando che molti senatori erano usciti perchè in pausa, chi in bagno e chi a fumare, ha approfittato per proporre una votazione che impedisse il voto di fiducia previsto per i singoli articoli, mettendo così in crisi la maggioranza.
E ci stava anche riuscendo: ad una prima votazione per alzata di mano, favorevole al gioco sporco dello scrondo padano, è seguita la protesta della maggioranza e una nuova votazione, stavolta elettronica, che ha ribaltato il risultato, anche se di soli 2 voti.
Ora, è opinione di chi scrive che la fiducia sia un artificio parlamentare eccessivamente abusato in Italia, ma è chiaro comunque che le dinamiche del Senato, che per vocazione dovrebbe raccogliere i migliori saggi del paese, non dovrebbero subire le manovrine squallide di questi luridi personaggi senza dignità, che hanno in mente esclusivamente il gioco sporco.
Stiamo perlando di porci senza ali, quelli che fanno leggi lettorali per danneggiare volutamente il paese, rendendolo ingovernabile, come sappiamo, quelli che definiscono, con arroganza e tracotanza, la propria stessa legge elettorale “una porcata”, da cui il nome Porcellum.
Stiamo parlando di quel personaggio che, usando software di composizione automatica di testi, si presenta in aula con alcune decine di migliaia di emendamenti da far votare, tutti sostanzialmente identici, ma resi leggermente diversi dal software, per paralizzare i lavori del parlamento.
Se questo è un porco, lo domando a voi.
Se questo è un nemico di tutti noi, ne sono certo.
D.M.