Trump, Salvini, Orban.
Lo sbirro razzista, il politico fascista, il cittadino ignorante.
Il negazionismo climatico, l’odio di genere, il terrore delle migrazioni di massa.
Personaggi e tratti di quel complesso fenomeno anti-culturale che viene genericamente definito “suprematismo bianco”, ma che sarebbe più esaustivo chiamare “suprematismo conformista”.
Una sorta di internazionale spontanea per la quale si inneggia a pochi valori desueti e ormai totalmente svuotati dei loro significati originali, ma accettati acriticamente dalla massa, per cui si intasano le aule di giustizia di procedimenti assurdi, si rallentano i lavori parlamentari con confutazioni assurde di leggi doverose, si imbrattano le pagine di giornali con articoli schifosi e indegni di questo nome.
Una delle costanti, ripetute a mantra, accusa la faccenda di turno di essere “contro natura”.
Ma la natura fa quello che le pare, si sbarazza del pensiero degli esseri umani.
Se un bimbo nasce omosessuale, transgender o intersessuale è perchè la natura lo permette e non sarà sbraitare cose senza senso a favore di telecamera a cambiare il corso degli eventi biologici dell’umanità, nè lo faranno le valanghe di commenti social che farebbero rabbrividire uno sciacallo.
E non sarà l’accanimento coercitivo su quattro disgraziati che ce l’hanno quasi fatta su quei barconi della morte a fermare le migrazioni di massa dal sud del mondo, migrazioni che avvengo per guerre fatte in nome dello sfruttamento delle risorse, per il controllo dei bacini idrici (l’oro del futuro), ma che avvengono soprattutto per via dei cambiamenti climatici che il nostro comportamento quotidiano alimenta (“spreco e inquino perchè è comodo e lo fanno tutti”).
E non basta piantare quattro alberelli per chiudere il discorso sull’emergenza climatica.
Negazionisti covid e antivaccinisti in genere, gente senza argomentazioni esattamente come i razzisti e i negazionisti climatici o gli omofobi.
O brillanti medici che tentano di “correggere” il sesso di neonati che non rispettano i nostri standard culturali.
Avete capito bene: li sto mettendo tutti sullo stesso piano.
Ed è giusto così, perchè sono tutti dominati da un unico sentimento: la paura.
Paura di quello che non si capisce, paura per una presunzione di mancanza di autodeterminazione che degenera in bramosia di controllare gli altri e di imporgli il proprio pensiero, un pensiero che nasce dalla disperata incapacità di uscire dall’abisso di ignoranza in cui si trovano.
Le persone hanno paura e questo è normale.
Ma cercano sempre le soluzioni sbagliate e questo è stupido.
D.M.