Che la pietà non vi sia di vergogna

Salvini e i bonghi per coprire il discorso di Aboukabar Soumahoro: il sindacalista lo querela.

Soumahoro, a Roma per la manifestazione degli Stati Popolari, parla di diritti dei migranti e dei lavoratori “invisibili”, dagli operai della Whirlpool a quelli dell’Ilva fino ai Rider.

Ma il fenicottero del Papeete ha una pensata divertentissima, davvero spassosa.

Far creare un video del sindacalista che parla con sotto i bonghi e grida varie, e giù a ridere tantissimo.

Stavolta però Soumahoro non ci sta e querela Salvini, con queste parole: “È sconcertante che un senatore della Repubblica abbia silenziato, con dei bonghi, il grido di dolore degli invisibili che si sono susseguiti sul palco degli Stati Popolari, lo scorso 5 luglio a San Giovanni a Roma”.

E già dopo queste parole di dignità, garbo e intelligenza, il bullo col mojito avrebbe dovuto sotterrarsi dalla vergogna.

Ma si sa, la vergogna è propria di chi ha pietà e intelligenza e non è il suo caso, infatti, di tutta risposta, posta: “querelano i “bonghi” perché salviniani? Auguri e bacioni”.

Ora qua io dovrei dire, spiegare, che no, non “querelano” i bonghi, querelano te che sei una testa di ca..bongo, querelano te perché sei un lurido razzista, querelano te perché hai volutamente preso per il culo un intero continente usando un cliché degno di “pizza, mandolino, mafia”, querelano te perché questo modo di fare propaganda ha letteralmente schifato e stufato perfino i tuoi elettori, che infatti ti stanno abbandonando a  centinaia.

Querelano te perché non hai valori, dignità, pensiero politico, proposte, umanità e pietà. E non c’è vergogna nella pietà, mai, anzi.

Dovrei dirlo, ma è inutile.

Qualcuno molto migliore di me cantava: “che la pietà non vi sia di vergogna”, ma non è il tuo caso.

A.G.

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