Ancora Napoli.
Secondo indagini e ricostruzioni le sommosse dell’altra sera sono state fomentate, programmate e coordinate da figli di boss, clan, abusivi, cantanti neomelodici, estrema destra ed ultras.
Attraverso messaggi (Wathsapp, Telegram…), passaparola e social.
″È del tutto chiaro che non si è trattato di una protesta spontanea. Ma di azioni preordinate, organizzate nella quasi totalità da frange di tifosi violenti, da ambienti criminali, anche legati a settori dell’estremismo politico”: queste le parole del viceministro dell’Interno con delega alla Pubblica Sicurezza, Matteo Mauri.
Sono stati riconosciuti esponenti di famiglie note, come Giorgio Mascitelli, figlio di Bruno Mascitelli, detto O’ Canotto, boss dell’omonimo clan.
Roberto Fiore stesso aveva postato di “essere pronto a scendere in piazza”.
Siamo sempre li.
C’è sicuramente un malcontento, un disagio sociale, una paura dell’ignoto data dal virus e dal senso di precarietà ed impotenza, ma tutto questo viene raccolto da chi soffia sul fuoco, da chi organizza rivolte e manifestazioni, da Milano a Roma a Napoli, con precisi scopi politici o sovversivi e di controllo del territorio.
Le tante persone debolmente preparate, i creduloni, i cosiddetti complottisti e negazionisti vari, troppo fragili e culturalmente inadeguati, si lasciano convincere e vanno a rimpolpare il numero dei manifestanti/rivoltosi, altrimenti troppo esiguo e facilmente identificabile.
Gli organizzatori si nascondono in questo blog informe di anime, hanno facile gioco a scaricare le responsabilità sulle regioni, comuni e governo e hanno anche seguito.
C’è chi addirittura esalta i riot della notte napoletana come “moti di libertà”, si diffondono video falsi dove si dice che la polizia marciava con loro, si gonfiano i numeri dei manifestanti, si esalta l’azione di quattro poveri idioti filo-guidati da estrema destra e clan.
È un filo che lega tutto questo da mesi ormai, è una opportunità politica e criminale ben precisa, è una sottile linea nera.
A.G.