Per una giornata mondiale sull’accendere tutti il cervello

Oggi ho letto moltissimi contenuti, alcuni mediocri, altri dozzinali, altri ancora di grandissima qualità.

E mi sono fatto delle domande.

Gli uomini sono maschilisti? No, ma molti conoscono solo contesti in cui il primato del maschio è considerato un valore assoluto e imprescindibile.

Gli uomini sono squilibrati violenti? No, la maggior parte si trova un hobby o si scarica facendo sport, ma alcuni soffrono di stress dovuti ad una condizione esistenziale che li frustra e al massimo si stendono sul divano a guardaree la tv, con i suoi modelli irreali che frustrano ulteriormente e, purtroppo, capita troppo spesso che sfoghino repressioni in modo violento sui famigliari, moglie, figli, genitori.

A questo punto, se seguissimo la logica dei grandi commentatori giustizialisti dei social, che di logico non ha nulla e di idiota tantissimo, dovremmo perseguire soluzioni drastiche e risolutive, come ad esempio eliminare fisicamente o rinchiudere buttando la chiave tutti gli esseri umani maschi adulti che hanno comportamenti violenti.

Per fare questo è necessario un esercizio potente di sospensione del giudizio e ignorare deliberatamente che questi individui sono comunque degli esseri umani, che soffrono per svariati motivi e che hanno disperato bisogno di aiuto, di un sostegno competente e qualificato, di essere aiutati e in alcuni casi curati, che i loro comportamenti deprecabili sono un effetto e non una causa.

Ma ragionare così significa passare attraverso le forche caudine dei benpensanti, i quali si guardano bene dal riconoscere come valide soluzioni evolute e strutturate, respingono con forza l’esercizio della psicoterapia o similari, di riconoscere nel disagio mentale una patologia a tutti gli effetti, che deve essere diagnosticata e curata opportunamente.

Questo è un diffuso, diffusissimo abisso culturale nel quale sprofonda la stragrande maggioranza delle persone, che hanno problemi ad accettare l’esistenza di situazioni personali disagiate, ma risolvibili, che cercano sempre un mostro, un colpevole, un capro espiatorio per tutto il male del mondo.

Totalmente plagiate dalla logica delle favole, ritengono che tutti questi comportamente siano incorreggibili, perchè nascono da una natura malvagia di chi compie violenza, consapevole di voler fare del male per il solo gusto di arrecare dolore e che quindi non può essere salvato, nè lo merita.

Non funziona così: la natura umana ricerca il bene, la serenità individuale e l’armonia sociale, ma purtroppo non tutti nascono, crescono, si formano e si evolvono in contesti che gli permettano di valorizzarsi al meglio come persone realizzate.

E per realizzarsi ci sono tante strade, non solo quella del grano a buttare, della bellezza fisica o del successo mediatico: coltivare amicizie durature e gratificanti, costruire famiglie emotivamente sane, godersi la quotidianità delle piccole cose che sono davvero nostre, queste sono strade valide tanto quanto quelle del successo materiale, se non di più.

Il problema è che mentre la qualità della nostra vita aumentava esponenzialmente, nell’ultimo mezzo secolo abbondante (tenete conto che ad oggi possiamo permetterci il lusso di essere novax e rimanere placidamente sani e in vita), abbiamo intorpidito le nostre menti inseguendo chimere fantastiche, che nulla hanno a che vedere con la realizzazione individuale, consacrando modelli irraggiungibili e desiderando traguardi di una pochezza indicibile.

Ed è inutile che continuiamo a sciacquarci la coscienza rimpiendo internet di giornate contro questa o quella violenza su queste o quelle categorie di persone: solo la solidarietà e l’empatia potranno salvarci, economicamente, culturalmente, socialmente, solo così salveremo i nostri fratelli violenti e daremo serenità alle nostre sorelle vittime di quella violenza.

E per essere empatici e solidali è indispensabile confrontarsi con il disagio e il malessere, accettarli, riconoscerli, curarli, tendendo una mano a chi ne ha bisogno.

Per fare questo serve ragionare con lucidità, anzichè abbandonarsi alle terapie di pancia.

Ecco perchè propongo l’istituzione della giornata mondiale del ragionare e agire in modo assennato.

Quando potrebbe essere questa giornata del cervello acceso?

Tutti i giorni, altrimenti non serve a un cazzo, proprio come le altre.

D.M.

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