Mattia Feltri, oggi, sull’Huffpost:
“Confermo quanto scritto oggi dall’onorevole Boldrini su Facebook: ieri ha mandato uno scritto per HuffPost che conteneva un apprezzamento spiacevole su mio padre Vittorio. Ritengo sia libera di pensare e di scrivere su mio padre quello che vuole, ovunque, persino in Parlamento, luogo pubblico per eccellenza, tranne che sul giornale che dirigo. L’ho chiamata e le ho chiesto la cortesia di omettere il riferimento. Al suo rifiuto e alla sua minaccia, qualora il pezzo fosse stato ritirato, di renderne pubbliche le ragioni, a maggior ragione ho deciso di non pubblicarlo. Al pari di ogni direttore, ho facoltà di decidere che cosa va sul mio giornale e che cosa no. Se questa facoltà viene chiamata censura, non ha più nessun senso avere giornali e direttori.
Oltretutto l’onorevole Boldrini, come altri, su HuffPost cura il suo blog. Quindi è un’ospite. E gli ospiti, in casa d’altri, devono sapere come comportarsi.
Ps. Ringrazio il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, per avermi condannato senza nemmeno una telefonata per sentire la mia versione, quella di un iscritto.”
La Boldrini, che ha uno spazio sul giornale, un blog, aveva scritto dello spregevole Littorio Feltri e dell’inqualificabile pezzo sullo stupro di Genovese.
Brevemente, perché ne abbiamo già scritto, Feltri padre sostiene che “entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite, cosa pensava di andare a fare, a recitare il rosario? Non ha sospettato che a un certo punto avrebbe dovuto togliersi le mutandine senza sapere quando se le sarebbe rimesse?”
E altra merda varia ed eventuale tipo che si fa fatica a “penetrare una passera che ci sta, figurarsi una che non ci sta” e cosi’ via.
Ecco, direi che un “apprezzamento spiacevole” sia il minimo sindacabile.
Ma non per il figlio che, svestiti i panni del direttore libero e liberale, indossa quelli del censore che difende, o nasconde, l’indifendibile.
Mia nonna diceva sempre, se nasci tondo non puoi morire quadrato.
A.G.
Si poteva pubblicare il parere di una persona che la pensa diversamente e poi commentare secondo il proprio pensiero.
Non sono giornalista e non conosco i poteri di un direttore di giornale ma, secondo la mia idea credo che l’informazione sia questa.