Questa cosa del cashback e della lotteria degli scontrini a certe categorie di commercianti non va giù.
No, proprio no.
L’idea che la lotta al nero e, di conseguenza, all’evasione fiscale, venga fatta direttamente in cassa dai clienti, anzichè da agenti della Guardia di finanza, in modo capillare ed efficace, è diventato uno spauracchio che sta smuovendo mari e monti.
Senza successo, pare.
Non passa giorno che non veda appelli accorati sui social, purtroppo anche da parte di contatti amici, che chiedono e scongiurano di pagare con il contante, perchè “ci vogliono tracciare”, vogliono sapere cosa compiraMO, vogliono controllarci.
Vedo anche foto di cartelli “sconto se paghi in contanti” (leggi: senza chiedere lo scontrino), che non sono verificati, ma quantomeno verosimili.
A parte il fatto che nel momento in cui un bene merceologico è autorizzato alla vendita, va da sè che lo stato e chi per lui sanno perfettamente cosa stiamo comprando.
Per non parlare di quello che accade ogni volta che si fa un acquisto online…
Che poi, cosa mai potrà accadere se scoprono i nostri acquisti? Quale vergogna insopportabile potremmo subire se si venisse a sapere, ad esempio, che compriamo preservativi, così da prevenire gravidanze indesiderate e arginare la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili?
Al Papa i preservativi non piacciono? Se esce dal suo quartiere, ogni tanto, si accorgerà di cosa accade nel mondo.
E’ grave se ci piace acquistare sex toys per arricchire la nostra intimità sessuale? Cosa che potremmo fare benissimo online, è vero, tuttavia perdendoci la varietà e l’assistenza preziose del punto vendita fisico.
E non parliamo del mercato nero di mariuana, droghe e stupefacenti, che inquinano il sangue di importanti fette della popolazione, non solo giovanile, con tagli improbabili e fuori controllo, un commercio illegale e pericoloso che ingozza la malavita organizzata, mafia, camorra, ‘ndrangheta.
Ma lì ci sono ben noti problemi di collusione atavica tra le parti ed è un problema gargatuesco da affrontare.
Ma torniamo a noi: ristoranti, negozianti e altri settori dal nero facile non ci stanno a rinunciare ai privilegi dell’evasione fiscale, al giocare senza regole, salvo poi lamentarsi se i decreti ristoro si basano sulle precedenti, mendaci dichiarazioni dei redditi, resituendo cifre che non li soddisfano.
L’Italia è un un posto meraviglioso, pieno di problemi strutturali, che possono essere risolti non da un improbabile messia della politica, ma da piccoli, naturali gesti quotidiani di quella meravigliosa massa critica e davvero efficace che siamo noi italiani.
Sono sempre stato molto critico con Conte, lo sapete bene, ma se anche solo riuscisse in questo piccolo miracolo contro l’endemica e dannonissima piaga dell’evasione fiscale, allora sarebbe già molto meglio di tanti suoi predecessori fancazzisti.
Perchè la politica ci frastorna volutamente con le parole, ma il benessere si costruisce con i fatti, a volte coraggiosi nella loro semplicità.
D.M.