Lettera al Papa

Caro Bergoglio,

Apprendo da uno dei maggiori quotidiani nostrani che, durante la santa messa celebrata presso la Cattedrale di San Nicola di Mira, per non tradire l’antica liturgia di origine bizantina, al momento dell’Eucarestia sacerdote e fedeli abbiano bevuto tutti dallo stesso calice il vino che simboleggia il sangue di Cristo.

Mi spiego meglio: alcune centinaia di persone, che al momento risultano non identificate e circolano liberamente in zona arancione da stamattina, hanno appoggiato le labbra sulla stessa coppa e hanno mescolato gli umori del cavo orale, che è il canale principe di trasmissione del Corona virus.

Il celebrante, in seguito alla segnalazione di un fedele scopertosi positivo al covid, è risultato positivo a sua volta.

La cattedrale è stata sigillata per la sanificazione e c’è da valutare come altissimo il rischio di ulteriori contagi in numeri allarmanti.

Insomma, avete creato così un cluster della madonna, è proprio il caso di dirlo, considerato il bacino d’utenza largamente sparpagliato sul territororio calabrese degli italo-albanesi che seguono l’eparchia bizantina che ha luogo proprio a Lungro, nel cosentino.

Dico “avete”, perchè – cito da Wikipedia – tale eparchia (“porzione di territorio e di fedeli che vengono affidati alla cura pastorale di un eparca o vescovo”) risulta “immediatamente soggetta alla santa sede” di cui Lei, signor Papa, è il potentissimo re (sì, il Vaticano è una monarchia assoluta).

Si renderà conto che Lei non poteva non sapere di questo millenario rituale che si svolge a duecento chilometri da casa sua e che aveva il preciso dovere di intervenire, in tempi di covid, assumendosi la responsabilità di tutelare la vita dei fedeli e la sicurezza delle comunità in cui essi vivono, impedendo che si esponessero ad una liturgia così palesemente pericolosa.

Forse anche a lei stanno antipatici i dpcm del presidente del consiglio, forse è troppo preso a riformare lo IOR e a gestire le immani risorse finanziarie del Vaticano, forse termini inglesi come “cluster” sono troppo lontani dalla vostra cultura latinista di nostalgici clericali, forse l’ancestrale avversione religiosa nei confronti della scienza, che si occupa concretamente di salvare la vita delle persone di passaggio su questa terra, hanno portato Lei e le sue gerarchie a sottovalutare, o ignorare volutamente, i rischi derivanti da certi comportamenti.

In effetti basta pensare al casino che è venuto su qualche settimana fa solo per aver proposto di anticipare le messe natalizie nel rispetto del coprifuoco, uno scontato gesto di buon senso, ma che ai suoi adepti, fanatici dell’eziologia metastorica, è parso esclusivamente un’occasione di esercizio delle vostre abilità retoriche, a vostro dire inconfutabili.

Sono passati solo pochi giorni dalle funzioni natalizie, quindi non possiamo ancora sapere quale sia stato l’impatto in termini pandemici di questa condotta tanto superficiale da parte vostra e sicuramente troverete il modo di tirarvene fuori (siete abilissimi a fare gli ingenui intoccabili), dando la colpa ai cenoni – e quindi agli stessi fedeli che tanto pendono dalle vostre labbra.

E devo sottolineare che, nonostante abbia strategicamente molto ben assimilato la lezione sulla comunicazione massmediatica del suo abilissimo predecessore polacco, alle bellissime parole, che lancia con frequenza dai microfono di Piazza San Pietro, non sono seguite azioni operative intelligenti, volte a salvaguardare la vita umana, seppur nel logico rispetto delle usanze religiose peculiari.

Il fatto di Lungro, gravissimo, ci arriva anche per testimonianza video, postata orgogliosamente sui social dal don celebrante e prontamente rimossa, come da protocollo ormai diffuso ed affermato, ma non sappiamo quante altre situazioni simili si siano verificate ovunque lungo lo stivale.

Se posso dare un consiglio a chi è molto saggio, le suggerisco di mettersi a pregare da subito e con devozione, perchè, stando a quello che sta emergendo, la sua politica assurdamente anti-interventista questa volta rischia di aver combinato davvero un problema enorme e gravissimo, di cui forse non si rende ancora conto.

Le auguro un 2021 di maggiore buon senso e spirito collaborativo, se così si puó dire.

D.M.

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