Audio di Trump: pressioni e minacce per ribaltare il voto delle presidenziali in Georgia (https://youtu.be/o3hrN0cP58Y)
E così siamo arrivati alle minacce, alla coercizione, alla coazione per ottenere fraudolentemente ciò che è stato legalmente perso.
Trump il sovranista, dopo aver perso 50 cause (cinquanta!) prende il telefono e tenta di costringere il repubblicano presidente della Georgia a far risultare più voti a suo favore attraverso un riconteggio coatto e truccato, ma la sua richiesta viene negata con convinzione e onestà.
È un esempio lampante di coazione, parola che personalmente adoro perché racchiude in sé uno dei problemi principe dei nostri tempi.
Significa, da dizionario, il ricorso alla violenza inteso a inibire l’altrui libertà d’azione; costrizione, coercizione.
Ora, pensandoci, si può applicare a moltissime “tecniche” in voga tra i sovranisti e i no-tutto complottisti.
Quando ti rifiuti di indossare la mascherina fai violenza e inibisci l’altrui libertà.
Lo stesso se ti rifiuti di vaccinarti.
Ma anche politicamente se, per esempio, impedisci l’approdo a gente in pericolo ed in sofferenza stai ledendo l’altrui libertà, l’altrui diritto di essere soccorso.
O quando fai post pubblici denigrando e offendendo (una bambola gonfiabile per dileggiare un avversario politico, mettere alla social-berlina una ragazza perché dissente e lasciandola insultare dai tuoi fan).
O, estendendo, quando convinci e indirizzi l’odio dei tuoi elettori contro una categoria di persone le stai ceoercizzando, costringendo ad un odio immotivato, ma utile e proattivo ai tuoi interessi.
Abbiamo veri e propri campioni di coazione nel mondo, in Italia e nella politica attuale.
E a voi, viene in mente nessuno che si basa politicamente sulla coazione?
A.G.