Dice Matteone Sapientone: “Quando ipotizzai io che il virus fosse nato in un laboratorio (cinese) fui massacrato. Il tempo è galantuomo.
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“La scienza non può più nascondersi dietro un filo d’erba. Bisogna farsi coraggio e affrontare l’elefante che troneggia nei nostri dubbi sospesi a mezz’aria. Mi riferisco alla verità implicita racchiusa nella missione dell’OMS a Wuhan per investigare sull’origine del Sars-Cov-2. (…) Esemplifico: l’ipotesi che Sars-Cov-2 possa essere figlio di un virus generato in laboratorio è ritenuta plausibile al punto tale da dover mandare una squadra di esperti a verificare cosa è successo in quel laboratorio” (Ilaria Capua, Corriere della Sera).”
Ohibò, non l’ho letto, me lo sono perso!
Sono andato a vedermi allora l’articolo della Capua e, sorpresa, non avvalla assolutamente l’ipotesi che il Covid sia stato creato in laboratorio (smentito ormai da tutti tranne che da Salvini), ma spiega come questo sia TECNICAMENTE possibile (infatti dice “Vorrei accompagnarvi nei presupposti delle motivazioni dietro al METODO e non nel merito.”) e come sia urgente focalizzare la ricerca in altri campi (vaccini) invece che pubblicare, come avvenne nel 2012 con l’H5N1, la “ricetta” per modificare i virus (vi linko l’articolo nei commenti).
Insomma, ancora una volta lo Sciacallo taglia e cuce a sua convenienza.
Inoltre, e chiudo, anche ammesso che la Capua, virologa, docente universitaria, Ordine al Merito della Repubblica e che ha pubblicato la sequenza genica del virus dell’aviaria, abbia davvero mosso dei dubbi sulla creazione in laboratorio mi starebbe bene.
Cazzo, lei qualcosa lo ha studiato, può parlarne con cognizione di causa.
Ma Salvini no. Salvini al massimo può parlare della sagra della sugna con cognizione di causa.
Voglio dire, se faccio il macellaio non vado a criticare un pompiere su come spegnere un incendio e, viceversa, se faccio il pompiere non istruisco un macellaio su come tagliare un quarto di manzo.
Perché non ne ho le capacità.
Ma Salvini antepone l’arroganza del tornaconto alle verità.
A.G.