Lo Sciacallo ci ammorba con questo lunghissimo post che riassumo (se volete andate sulla sua pagina a leggerlo integralmente):
“Ognuno è libero di amare chi vuole, di condividere la sua vita, la sua casa, le sue emozioni con chi vuole, di fare l’amore e di svegliarsi al fianco di chi desidera.
(…) Ritengo inoltre una barbarie la pratica dell’utero in affitto e l’idea dei bambini in vendita, e penso che sia una follia chiedere che alcune favole vengano cancellate perché “discriminanti” per bimbi e bimbe.
Rifiuto la strumentalizzazione semplicistica in base alla quale chi sostiene la legge Zan è un evoluto progressista, mentre chi vi si oppone è un retrogrado medievale.
C’è il rischio che si arrivi a voler bollare come sbagliate per legge posizioni condivise da milioni di italiani e ciò è profondamente illiberale.”
Tutto questo polpettone melenso infarcito di balle, mamma e papà, bambini ed idiozie, per dire che la legge Zan è sbagliata.
Peggio, scrive una cazzata di una gravità colossale “Ritengo inoltre una barbarie la pratica dell’utero in affitto e l’idea dei bambini in vendita” perché il Ddl non parla minimamente di questo e di uteri in affitto.
Ma non è il solo.
La Santanchè, condannata ad un mese per aver aggredito una ragazza musulmana, ci delizia così “Torno sulle adozioni gay: per me conterà sempre la tutela del bambino, di chi non ha voce. Ribadisco l’ovvio: un padre e una madre non sono roba arcaica. La teoria gender, il fatto che il genere e i sessi non contino, mi avrà sempre come nemica”.
Anche qui, nesso con il Ddl Zan? Nessuno, ma buttiamo in po’ di fango sugli omosessuali.
Donnamadrecristiana è più sobria: “pianeta terra chiama Letta”, posta, perché il Pd vuole Ius Soli e Ddl Zan.
Mi taccio sul duo disadattato Pillon&Adinolfi e su molti altri.
Sta di fatto che la legge è stata rimandata dal Senato e chi lo ha deciso è un leghista.
Potrei scrivere a lungo sulla marea di melma che la estrema destra sta gettando per travisare il vero senso e l’urgenza della legge per puro ideologismo fascista, ma mi limiterò constatare come qui ci si trovi di fronte ad un colossale e clinico esempio di erotofobia e, per i celoduristi alla Savini&Pillon&co, di medomalacufobia o, prosaicamente, paura di perdere l’erezione, dovuta senz’altro al poter vessare e sentirsi migliori di chi è diverso in un mondo di schifosi perbenisti normali.
A.G.