Se c’è un merito che va riconosciuto ai resti di quel grande quotidiano che fu Repubblica, è quello di saper scovare ovunque storie e personaggi assolutamenti insignificanti e portarli agli onori delle cronache nazionali per fini gretti.
Se poi si tratta di incasinare la testa alle persone su temi delicati, è una redazione di incendiari che butta benzina con generosità, usando un’arma bieca e subdola: i titoli di merda, che furono un tempo esclusiva dei giornali di destra e della loro schifosa manipolazione, mentre ora, in tempi di crisi giornalistica nera, sono diventati un’arma bi-partisan alla disperata ricerca di un clic in più, per ragranellare centesimi preziosi (ce l’abbiamo spesso con Repubblica per via della sua storia, ma non è certo l’unico quotidiano in questo stato pietoso).
Ed ecco un ennesimo capolavoro, che vedete in foto.
Non entreremo nel merito dell’articolo, non ci interessa e inoltre sappiamo bene che la stragrande maggioranza dei lettori legge solo titolo e sottotitolo, ma analizziamo come viene presentato.
Si parte subito forte, con un simil-Toninelli (faccenda lombrosiana), genericamente definito Prof. (e si sa che i prof. hanno sempre ragione, sempre), per poi passare alla bomba: ha TRE lauree!!!
E sticazzi non ce lo vogliamo mettere?
Sarebbe come dire che uno che è laureato più di altri (e facciamoci anche delle competizioni, a ‘sto punto), anche se in materie umanistiche, ha più autorevolezza su materie ultracomplesse come quelle che gravitano intorno al tema covid e a tutti i suoi annessi e connessi, quindi è giusto sentire la sua opinione in tema di Green Pass sì – Green Pass no (soprattutto se contrario, perchè quelli a favore non se li fila nessuno).
Proseguendo, il povero prof. delle superiori nel lecchese, precario da sempre come tantissimi altri, dice che non vuole fare la cavia e che non vuole spendere per i tamponi, perchè “nell’incertezza e nella difficoltà economica nella mia condizione sono tante le voci di stipendio che mancano e adesso con un’altra incertezza: il Green Pass”.
Questo è l’ennesimo capolavoro di Repubblica: prendere un tema importantissimo e attuale da ormai troppo tempo, come il precariato, diffusissimo in Italia come piaga endemica nelle fasce giovani e ormai ex giovani, per arrotolarlo in quella palude di fango e merda in cui sguazzano quelli che dell’ignoranza no-vax si approfittano per fini personali o materiali, come certi giornali e certi politici.
In tutto questo penso alle tante persone per bene e in buona fede, ma sprovviste, un po’ come tutti, degli strumenti culturali e intellettuali necessari a capire consapevolmente le sfide complesse che questa pandemia sta ponendo a livello scientifico, penso alle loro paure giustificate, all’incertezza dei tempi che viviamo e al pericolosissimo effetto panico che diffonde un giornalismo schifoso come quello che fanno quelli di Repubblica (e non solo loro).
In tutto questo, casualmente, l’articolo appena sotto riporta che ad agosto sono stati spesi 20 milioni di euro per i non vaccinati nelle terapie intensive dove, lo ricordo, medici e infermieri continuano a rischiare la vita per colpa di questi disgraziati sconsiderati.
D.M.