Generazione G

Voglio raccontarvi di Giovanni.

Giovanni è siciliano, di un paesino nel trapanese.

Giovanni è bravo come giardiniere, ma ha un lavoro precario, come tanti suoi coetanei e non solo.

Giovanni ha 21 anni, una madre che attende da sempre la chiamata dell’ufficio di collocamento, un padre ed un fratello disoccupati, come tanti in Italia e soprattutto nel meridione.

Giovanni è l’unico che riesce a portare a casa qualche soldo per sbancare il lunario, con lavoretti che saltano fuori qua e là.

Giovanni muore il 7 gennaio scorso, schiacciato da un grande ramo di un albero che stava potando, per fare legna da cui avrebbe ricavato 10 euro.

10-fottuti-euro.

Giovanni è vittima, l’ennesima, di questo paese, del precariato, della mancanza di sicurezza sul lavoro, dello sfruttamento delle risorse umane per pochi spiccioli, della scarsa progettualità da parte di una politica egoista nei confronti delle giovani generazioni.

Eccola, la generazione G, che sta per Giovanni, ma anche per giovani, quelle ragazze e quei ragazzi pieni di sogni e privati di qualsiasi opportunità, che vivono un’Italia depressa che non ha nulla da offrirgli.

Ciao Giovanni, ci dispiace amaramente per te e per quelli che, temo ancora a lungo, avranno il tuo stesso destino.

D.M.

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