Ritratto di una ritrattazione

Quando non si hanno filtri né culturali né etici né morali né di basilare saper vivere comune e, soprattutto, si cova odio e rancore, frustrazione e intolleranza e preoccupante incoscienza  prima o poi il vero io si palesa senza maschera, senza infrastrutture morali e scudi sociali.

Si prova quindi a ricucire, a tamponare, sminuire, edulcorare, a trovare scappatoie con una parvenza civile.

Ma chi odia è debole e, secondo Nietzsche, la debolezza porta a una morale rovesciata e chiamano “male” ciò che è bene (forza, piacere) e “bene” ciò che è male (umiltà, rinuncia).

E si ritratta per convenienza e personale tornaconto.

Questo porta ad un forzato ritrattare che, invece, palesa una reiterazione del pensiero moralmente, socialmente, eticamente, culturalmente e concettualmente sbagliato.

A.G.

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