Sallusti sul Il
Giornale:
Altro che Belli
Ciao. La resistenza la fanno medici e infermieri.
Cari partigiani e
antifascisti, fatevene una ragione: il virus non è fascista, non è antifascista
e, secondo me, ride alla grande della vostra stupidità. E ci ha fatto pure il
regalo uno dei pochi – di liberarci, per la prima volta nel Dopoguerra, della retorica
del 25 Aprile, quantomeno della sua rappresentazione fisica nella quale,
peraltro, non c’è più un partigiano a pagarlo oro.
A prescindere da
tutte le, pessime, considerazioni su questo aborto di inutile editoriale, il
punto cruciale è: ma che cazzo sta dicendo?
Ma chi ha mai
detto che il virus è fascista? Ma da dove gli è venuto fuori un “editoriale”
del genere? Che tipo di brutta nottata devi avere avuto per partorire una roba
senza senso del genere?
Poi, sforzandomi
di leggere tutto l’articolo, capisco che il buon Sallusti ce l’ha con
Pizzarotti per la certificazione antifascista richiesta per accedere ai buoni
spesa, ma è lo stesso Pizzarotti ad avere già chiarito: “È stato erroneamente
inserito parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche,
patrocini e contributi per attività ed eventi. In questa parte c’è scritto che
se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche,
contributi o patrocini dal Comune di Parma. Da noi è così e rimarrà così. Ma
non vale per i bonus spesa, si correggerà l’errore, grazie a chi lo ha fatto
notare con gentilezza”.
Ora finalmente
capisco che il “giornalista” ha preso spunto da una notizia già finita e chiarita
per attaccare e per lanciare offese gratuite e a cazzo sui partigiani e
l’antifascismo.
Ma Sallusti finge
di ignorarlo e conclude con questo delirio:
“Per cui, cari
finti partigiani, giù le mani dal Coronavirus. Questa volta «l’invasore» che
una mattina ha sorpreso Bella ciao è il nemico di tutti, Salvini compreso. Ma,
più in generale, direi: adesso basta con questa farsa del fascismo e
dell’antifascismo che ha avvelenato l’aria dal Dopoguerra a oggi”.
Il problema, caro
Sallusti, non è la “farsa” dell’antifascismo, ma il problema vero, reale,
tangibile del fascismo mai spento e di ritorno che prepotentemente bussa alle
porte di questo tempo e che, ovviamente, nulla ha a che fare con il Coronavirus,
come vuoi far credere tu, ma che, invece, ha molto a che fare col virus dei
prezzolati nostalgici come te.
A.G.