Pretende, indignato, rispetto per i repubblichini e i camerati caduti, ma imbratta e vandalizza le targhe dei partigiani.
Auspica il ritorno di una dittatura che non ha mai vissuto.
Si appella a supposti intellettuali, ma mente come strumento sistematico.
Invoca rispetto per le proprie idee, ma disprezza quelle degli altri.
Si sente discriminato dalle feste nazionali, ma sui social si augura la morte degli avversari.
Si genuflette di fronte a dio, ma odia i diversi.
Si appella alla democrazia, ma usa la violenza fisica per arrogarsi la ragione.
La cosa triste è che molti di loro fanno politica.
La cosa inccettabile è che molti di loro siano agenti delle forze dell’ordine.
D.M.