50 sfumature di libertà

Liberata ma non
libera.

Salvata ma non
salva.

Tornata ma non
bentornata.

In sintesi questo
è quello che sta accadendo a Silvia Romano, dal momento del suo rilascio.

Il retrogrado
tessuto sociale italiano non sopporta che una ragazza possa essere liberata e basta.

No, se vuole
essere davvero libera deve farlo alle condizioni che gli Sgarbi (che la
vorrebbe arrestare perché convertita all’Islam), i Sallusti (che la paragona ad
una kapò dei campi di concentramento), i Feltri (che si strugge per il
riscatto, lui che prende 4 milioni all’anno di sovvenzioni statali), dei
salviniani e dei loro seguaci.

Avrebbe dovuto
presentarsi vestita come una velina, sgranando un rosario, recitando un’ave Maria,
inneggiando ad una guerra di religione contro i mori, senza sfiorarsi la pancia
perché poi gli italioti pensano che abbia pure scopato e, possibilmente,
staccando un assegno per ripagare il popolo italiano che ha “prestato” i soldi
per il suo riscatto.

Allora sì che
sarebbe libera, salva e bentornata.

Ma niente, questa
pericolosa ventiquattrenne ha avuto la faccia tosta di tornare in abiti etiopi,
sorridere, dire che sta bene, toccandosi la pancia e ammettendo una sua
conversione.

Diciotto mesi di
prigionia in un paese straniero devono essere duri, addirittura insormontabili
a volte.

Le implicazioni
psicologiche devono essere devastanti.

Ma io non lo so.

Non so nulla di
cosa ha passato, di cosa ha pensato, di come ha vissuto e di come questi 500 e più
giorni hanno impattato la sua psiche. Non sono un psicologo, non sono un
esperto, non ho le competenze e le conoscenze per parlare di tutto ciò.

Ma per fortuna
Sgarbi, Sallusti, Feltri e i tanti Piero54, Fragolina89, Sventrapapere78,
TanoToto e tutti gli altri miei connazionali sanno giudicare tutto da un’immagine,
da due parole, da quattro frasi riportate da dei giornali, dando una precisa
collocazione alla Libertà di una ragazza.

Siamo un fottuto
paese di geni, tuttologi, esegeti e massimi esperti di rapimenti e
ripercussioni psicologiche con sfumature di sindrome di Stoccolma.

Oggi, perché domani saranno esperti di ponti, economia, politica esterea, virologia…

Ma soprattutto siamo sempre pronti a giudicare, perchè sicuramente siamo migliori di chi giudichiamo.

A.G.

2 commenti

  1. sono in totale disaccordo con questo salone che nemmeno si firma

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