Se io fossi un giornalista

Salvini, nel suo
intervento in senato, parte a razzo con due balle mostruose.

 La sanatoria “più grande della storia” sui
braccianti, con conseguente “invasione” a “scapito dei poveri italiani che non
hanno lavoro” e reitera la balla del “modello svizzero” dove ti danno i soldi
sull’unghia a fondo perso e a tutti. Balla smentita perfino dalla Svizzera
stessa.

E si stizzisce
pure quando, ovviamente, buona parte dei suoi colleghi sorridono a queste
balle.

Non starò qui a
ripetere perché sono enormi fake news, ne ho già scritto abbastanza.

Non pago, esce e
spara a zero su Ricciardi definendolo “ominicchio” (da che pulpito…) e facendo
sue le allucinanti parole di Mentana, dicendo che il Ricciardi ha offeso i
lombardi e che la Lombardia è modello di sanità.

Anche qui, non mi
ripeterò.

Ora, se io fossi
un giornalista, lo incalzerei di domande mettendolo di fronte alle evidenti
falsità che ha avuto il coraggio di pronunciare in Senato (per una volta che ci
va) e confuterei la dichiarazione su Ricciardi che, piaccia o meno, non ha
offeso i lombardi, ma attaccato la giunta, anzi le giunte, della regione
Lombardia.

I giornalisti
bravi, quotati, importanti, come Sallusti, Feltri, Giletti, Senaldi e
compagnia, ma anche e soprattutto i Mentana e compagnia, questo dovrebbero
fare. Andare a stanare le frottole dei politici invece che leccargli il culo o,
peggio, fare post attaccando miratamente con fantasiose ricostruzioni, le
parole di quello o quell’altro specifico politico, secondo la convenienza o l’umore
del momento.

Io farei questo
se fossi un giornalista, ma non lo sono, non sono neanche un blogger, qualunque
cosa significhi, sono solo uno che butta giù due pensieri e dopo aver ascoltato
e osservato quello che mi sta intorno.

Ma io non sono né
bravo, né importante, né quotato, né, tantomeno, un giornalista, quindi starò
sbagliando io.

A.G.

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