Censurosamente

Seguitemi perché è un post un po’ lungo e catartico.

Ieri ho postato lo scritto che trovate qui di sotto (in versione “edulcorata” per non urtare l’animo di fascisti, stupratori e dei censori di Facebook).

“Casapound (titolo originario era un gioco di parole tra la materia organica umana e il cognome del poeta Ezra Pound).

Due di Casa Pound sono stati condannati a una pena di soli tre e due anni di reclusione per aver picchiato, resa incosciente, sequestrato e stuprato per ore una ragazza. I due si erano anche filmati, e vantandosi avevano diffuso il video in chat.

Stranamente neanche mezza dichiarazione di Salvini.

Perché il piccolo uomo ha gioco facile a sputare sulla memoria di Cucchi e far finta di combattere la droga ma fare dichiarazioni contro gli amici di CasaPound è controproducente. Non sono mica nexri.

A.G.”

Ecco qui. Questo post è stato segnalato e Facebook, in pochissimi minuti, verso le 9 e mezza di sera (lo sottolineo perché quando io segnalo qualcuno, la risposta arriva di solito un paio di giorni dopo), me lo blocca, lo cancella e mi bacchetta perché trattasi di “hate speech“.

Capite? Incita all’odio. Non CasaPound, non gli stupratori, non i commenti degli odiatori del web. No. Il mio post incita all’odio.

I meccanismi censori sono singolari.

Posti la foto di Cucchi morto massacrato di botte? Censura.

Posti “l’origine del mondo” di Courbet? Censura.

Fai un post di denuncia su due stupratori che fanno parte di CasaPound e li dileggi? Censura.

Ma se posti svastiche e fasci? Tutto bene.

Se posti fakenews? Tutto ok.

Se fai commenti come quelli in foto? E che problema c’è! Libertà di parola.

Se non ci chiudono la pagina, ci sentiamo al prossimo post.

Mala tempora.

A.G.

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