E fu così che Andrea Bocelli fece marcia indietro e si pentì di essere andato a fare il cazzone al convegno sui negazionisti, esponendo tesi infondate e facendo pure il gradasso che lui la quarantena l’ha infranta, perchè aveva compreso che la realtà era diversa da quello che ci raccontavano.
Oggi dice che tutti nella sua famiglia hanno avuto il covid, che è una malattia seria e imprevedibile, a noi sconosciuta e chiede scusa ai famigliari delle vittime.
Conclude giustificandosi che l’intervento serviva a sensibilizzare sul tema dei bambini che devovo riavere la normalità perduta.
E ‘sti gran cazzi, oserei dire, ci voleva il suo intervento illuminato e illuminante, come se dalle scuole chiuse per covid non dipendesse un indotto problematico complicatissimo su vari fronti.
Ma andiamo con ordine, perchè c’è un bel bestiario di cazzate in questa vicenda bocelliana.
Innanzitutto se partecipi ad un’iniziativa così fortemente politicizzata e caratterizzata da alterazione della realtà, sei uno sprovveduto e infatti quelli ti si son inculati per bene usandoti come testimonial per i loro porci comodi.
Poi la spocchia di dire che hai infranto la quarantena, tu che sei figo, mentre noi poveri stronzi a casa a rispettare le disposizioni per evitare di ammazzare genitori, zii e nonni, la fascia debole della popolazione.
Non manca l’acmè in cui afferma di aver capito, ad un certo punto, come stavano realmente le cose, diverse da “come ce le raccontano”: sarei curioso di capire quali strumenti intellettuali nuovi avrebbe sviluppato, per capire, o a quali informazioni ha avuto accesso, per passare così repentinamente dal buio dell’ignoranza pecorona alla luce del sapere che emancipa da tutto e tutti.
E giù quintali di merda da tutti, che non è un comportamento giustificabile, ma se te le cerchi così non fare il sorpreso.
Quindi dietrofront social di rito con delle scuse sentite, affidate logicamente ad una diretta Facebook, che diamine, che è l’unico contenuto lucido di questo bagno nel letame, in cui afferma che effettivamente il covid non è materiale da complottisti analfabeti.
Chiusura di nuovo ginocchioni sulle uova: volevo dire di pensare ai bambini (nella parte della simpsoniana signora Lovejoy).
Faccio un appunto, caro Bocelli: quello dei bambini in pandemia è un tema nuovo.
Malattie gravi e diffuse ce ne sono state tante, nella storia, ma è la prima volta che un numero così significativo di infanti va a scuola: durante la spagnola, la peste, il colera, i bimbi del popolo stavano in strada, non nelle aule e difficilmente rischiavano di ammazzare tutta la classe docente e il personale ausiliario, che in Italia ad oggi contano parecchie unità.
Siamo tutti consapevoli che sia un obiettivo fondamentale, ma non è con qualche chiacchiera buttata a cazzo da un incompetente, per quanto in vista, che si risolve il problema tecnicamente più complesso di tutta la vicenda pandemica.
Sicchè, sii gentile: non sopravvalutarti e canta, che ti passa.
D.M.