Ammirare i piazzisti

Un paio di giorni fa ho visto un video di Marco Montemagno, il noto tizio che fa blogging su startup e nuovi business, in cui faceva un’analisi dettagliata degli artifici che usa Trump durante le interviste per averla sempre vinta sul suo interlocutore.

Di solito non guardo quei video, perchè sono di una lungaggine mortale (scusa Monty), ma dato l’argomento ho pensato di aver qualcosa da imparare e me lo sono puppato.

In effetti molto illuminante sulle metodologie retoriche del presidentone fulvo, che a secondo delle situazioni sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) sapersela cavare alla grandissima in ogni situazione, anche la più spinosa, almeno così viene presentato nel video.

Alla fine, possiamo distinguere le mosse di Trump in queste macrotipologie:

  • non rispondere MAI alle domande circostanziate che gli vengono fatte, in qualsiasi ambito
  • fare affermazioni generiche su qualsiasi tema
  • alla richiesta di approfondire tali affermazioni generiche, risponde “ma come, non lo sai?”, come a dire “se non sai a cosa alludo è un problema tuo”
  • fare illazioni sugli avversari politici, per poi giustificarsi “non l’ho detto io, qualcuno lo dice”

Il tutto condito da un legante generale che consiste nell’aprire ogni frase dicendo “sto facendo un lavoro straordinario”.

Va da sè che mixando sta roba sembrerebbe annullare anche l’intervistatore più preparato e determinato.

Ora, non so se questi meccanismi gli diano realmente la vittoria ad ogni incontro, bisognerebbe seguire tutte le vicende legate al rapporto di Trump con la stampa, ma ho già il mio bel da fare a seguire i pecoroni italici.

Quel che mi colpisce è come vengano rappresentate come vincenti delle strategie da piazzista venditore di aspirapolveri porta a porta.

In sostanza, si dà un connotato estremamente positivo al fatto che il presidente delgi Stati Uniti non risponda alle domande che gli vengono fatte dalla stampa, come eviti di dare informazioni dettagliate sulle proprie affermazioni, di come faccia del pettegolezzo infondato uno strumento di antagonismo politico.

Ma le cose non stanno così e non posso stare così: quello è il presidente degli Stati Uniti, ha l’OBBLIGO di rispondere alle domande che gli vengono fatte in modo approfondito, deve necessariamente motivare le proprie affermazioni, ha il dovere morale, istituzionale, deontologico di condannare le macchine del fango, anzichè farne uso per primo.

Ovvio che è nel suo diritto adottare una narrazione che lo favorisca, ma stiamo parlando di una questione stilistica e strategica, non di omettere informazioni in modo sistematico come fa lui.

Ora, blogger e influencer pubblichino i contenuti che desiderano (anche se un minimo di consapevolezza prima o poi dovrà essere richiesta anche a loro), ma noi poveri cristi che subiamo quotidianamente gli effetti della politica, dobbiamo essere vigili e pretendere sempre chiarezza da chi ci governa, che lo si sia votato oppure no.

E, dato che non parliamo a milioni di follower, dobbiamo pretendere che chi ha voce per noi faccia davvero domande e pretenda davvero risposte, perchè sapere è un nostro diritto.

D.M.

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