A sorpresa, Draghi investe il ministro per lo sviluppo economico Giorgetti di un mandato esplorativo, con la finalità di sondare il terreno in merito alla possibilità di produrre direttamente in Italia le fiale di vaccino necessarie al fabbisogno interno (e forse non solo quelle, aggiungerei di mio che sono un malpensante).
La cosa è fattibile, la UE spinge in questa direzione e ha trattato con le farmaceutiche apposite licenze per gli stati in grado di farlo e l’Italia è da sempre un paese all’avanguardia, che la sa trattare l’alta tecnologia, anche se a vedere i risultati delle urne non si direbbe.
Tutto bene, ci sono ovviamente delle questioni non da poco da risolvere, ma come dicevo le carte le abbiamo.
Il retroscena gustosissimo della vicenda è che, chiaramente, se Giorgetti porta a casa l’impresa, comunque non banale, acquisisce affidabilità, sicurezza, autorevolezza: potere, insomma.
E chi pagherebbe il prezzo di un aumento di popolaritá simile?
Un certo cazzaro verde, uno che pur essendo al governo sbraita come se fosse all’opposizione, uno che fa fatica ad allacciarsi le scarpe da solo, uno che senza Morisi sarebbe una assoluta nullità, quale è di fatto.
Quindi, se qualcuno si stesse chiedendo come pensa di fare Draghi con quella mina vagante di salvini tra le palle, ecco la risposta: in un colpo solo si mette a produrre i vaccini internamente, rendendoci autonomi soprattutto in chiave futura di lungo periodo, serve un’occasione imperdibile ad un vecchio amico, rendendolo sue debitore/alleato di ferro a vita e fa piazza pulita di sciocchi dilettanti che non hanno ancora capito nulla di politica, dopo trent’anni che la bazzicano.
Si vis pacem, para vax.
D.M.