La situazione in
Libia è molto pericolosa. Così ha parlato l’Alto rappresentante dell’Ue,
Borrell.
L’Iran intanto ha
lanciato una pioggia di missili su Al-Asad ed Erbil. I nostri soldato costretti
nei bunker ma, per fortuna, illesi.
E anche io mi
sento al sicuro in un bunker, visto che abbiamo lui, Giggino, come ministro
degli Esteri.
Ieri, Mike
Pompeo, segretario di stato americano, ha parlato, per spiegare le ragioni
americane, con i ministri degli Esteri di diversi paesi alleati, europei
inclusi. Tranne uno. L’Italia.
L’Italia è la
base NATO più importante del mediterraneo e non si ricorda a memoria d’uomo che
l’America non ritenesse opportuno parlare col nostro ministro degli esteri.
Cambiamo
scenario. I due avversari libici erano attesi nella capitale italiana. Ma la
presenza del premier di Tripoli è stata annullata. Salta il documento finale al
vertice del Cairo.
Anche qui l’incompetenza
di Di Maio & c. ha fatto saltare un incontro fondamentale per la
credibilità dell’Italia in politica estera e spiace dover dare ragione a
Gasparri che ha detto che “I grillini sono assolutamente impreparati, hanno
piazzato persone palesemente inadeguate”.
Una crisi, anzi
due, internazionali così importanti avrebbero voluto un ministro degli esteri
italiano di spessore, capace, preparato e di esperienza.
Invece ci
ritroviamo con Giggino o’bibbitaro che parla un italiano stentato, non ha la
minima idea di cosa sia la politica, figuriamoci la complessa politica
internazionale, ed è lì solo perché il governo è stato costretto ad
assicurargli un ruolo di primo piano ma fuori dalle dinamiche interne, con la
speranza di non avere rogne.
Invece le rogne
sono arrivate e pure belle grosse e noi ci troviamo relegati a ruolo di
zimbello, grazie ad una persona che sta lì perché ha vinto una lotteria social
di un blog frequentato da un pugno di persone.
A.G.